Giro delle Fiandre 2021, Michael Schär dopo la squalifica per la borraccia: “Nessuno potrà toglierci questi momenti”

Michael Schär è stato uno dei corridori più discussi durante il Giro delle Fiandre 2021. Il corridore svizzero è balzato agli onori della cronaca perché è stato squalificato nella prima fase della corsa dalla giuria, che lo ha estromesso dalla monumento. Il motivo? Aver gettato una borraccia a dei tifosi a bordo strada in una zona fuori da quelle in cui l’operazione è consentita. La decisione ha ovviamente scatenato forti polemiche sui social, portando i ciclisti per primi a schierarsi in difesa del gesto del proprio collega. Il portacolori dell’Ag2r Citroën ha quindi voluto esprimere i propri pensieri in una lettera aperta all’UCI pubblicata sui propri profili social, sotto l’eloquente titolo “Cara UCI: perché i bambini iniziano a fare ciclismo”.

“Lo ricordo come fosse ieri, – inizia il post del classe ’86 – i miei genitori hanno portato me e mia sorella al Tour de France 1997  nel Giura. Abbiamo guidato lungo il percorso e aspettato lì per ore in mezzo alla folla. Finalmente la carovana pubblicitaria è arrivata e abbiamo preso alcuni dolcetti. Poi sono arrivate le prime moto della polizia e l’elicottero volava sopra di noi. Esattamente quest’elettrizzante atmosfera del gruppo che si avvicinava a noi mi ha cambiato la vita. Sono rimasto impressionato dalla velocità e dal modo in cui questi corridori potevano correre sulle loro biciclette. Non volevo altro nella mia vita se non diventare un ciclista professionista. Da quel momento sono stato guidato da un sogno”.

Schär ha quindi ricordato il momento speciale che lo ha convinto a entrare nel mondo del ciclismo: “Al culmine di questa sensazione, ho ricevuto una borraccia da un professionista. Questo piccolo pezzo di plastica ha reso la mia dipendenza dal ciclismo completa. Tornato a casa, quella borraccia mi ricordava ogni giorno quale fosse il mio sogno. Ogni giorno portavo con orgoglio quella borraccia gialla del Team Polti. Ogni giorno”.

Infine il riferimento alla corsa di ieri: “Ora sono uno di quei professionisti che corrono attraverso tutti gli spettatori felici. Durante i momenti calmi della corsa tengo sempre la mia borraccia vuota finché non vedo alcuni ragazzi a bordo strada. Poi la lancio delicatamente esattamente dove la possono prendere in sicurezza. Due anni fa ho dato una borraccia a una ragazza a bordo strada. I suoi genitori mi hanno detto che non solo è stata felice quel giorno, ma parla ancora di quella borraccia. E forse un giorno diventerà anche lei una ciclista. Ci sono momenti per cui amo questo sport. Nessuno potrà mai toglierceli. Siamo lo sport più avvicinabile, in cui dai borracce lungo il percorso. Semplicemente così. Semplicemente è il ciclismo”. E chissà quanti di noi, redattori e lettori, si immedesimano in queste parole dello svizzero.

 

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